Selvazzano (PD) mercoledì 19 giugno 2013
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L’emicrania colpisce il 15-18% delle donne ed il 6% degli uomini nel corso della vita, con un picco di prevalenza nel periodo di maggiore produttività, tra i 25 ed i 55 anni.
Può essere considerata una malattia di genere e l’OMS ha inserito la cefalea tra le 20 patologie più invalidanti per le donne tra i 15 e i 45 anni.
La cefalea è una patologia disabilitante che ha importanti ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa, familiare, coniugale e sessuale. Con una certa frequenza queste/i pazienti, già soffrenti per il loro “mal di testa”, hanno delle co-morbilità che aggravano il loro stato di salute. Secondo quanto riportato da Jensen & Stovner (2008), le patologie più frequentemente associate all’emicrania sono: depressione, ansia, cefalee di tipo muscolo-tensivo, ictus (soprattutto in fumatrici che assumono la pillola anticoncezionale), ipertensione, diabete, asma; fibromialgia
Queste caratteristiche configurano la cefalea come una malattia sociale con elevati costi economici diretti e indiretti, rappresentando circa il 5% delle visite per le cure primarie ed il 30% delle visite specialistiche neurologiche.
La cefalea cronica è diventata una delle principali cause di disabilità e di utilizzo dei servizi, consumando l’80% circa dell’intera spesa sanitaria di area. In Italia, il costo stimato (diretto e indiretto) si aggira sui sei miliardi di euro l’anno.
L’aggiornamento le a formazione del medico di medicina generale nel riconoscere e trattare precocemente le cefalee non complicate è uno degli obiettivi di questo incontro che, se susciterà l’interesse che ci aspettiamo, sarà il primo di una serie dedicata all’argomento.