È disponibile in Italia, dal 9 settembre 2016, Edoxaban l’anticoagulante orale sviluppato da Daiichi Sankyo. Il nuovo anticoagulante orale della casa farmaceutica giapponese è commercializzato con il nome di Lixiana ed è prescrivibile anche in Italia da settembre in fascia rimborsabile a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 198 del 25 Agosto 2016 della Determina 1105/2016 che classifica Lixiana in classe A.
Edoxaban, è un inibitore selettivo del fattore Xa in monosomministrazione orale giornaliera, con indicazione per la prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica in pazienti adulti affetti da fibrillazione atriale non valvolare (FANV) che presentano uno o più fattori di rischio, e per il trattamento e la prevenzione delle recidive di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare in pazienti adulti.
L’approvazione della Commissione Europea si è basata sui risultati di ENGAGE AF-TIMI 48 e Hokusai-VTE, due trial clinici di fase III che hanno confrontato il trattamento con Edoxaban in monosomministrazione giornaliera con quello a base di warfarin.
Nello studio ENGAGE AF-TIMI 48, edoxaban in monosomministrazione giornaliera ha dimostrato una efficacia comparabile al warfarin sull’incidenza di ictus ed embolia sistemica (1,18% con edoxaban 60 mg vs. 1,50% con warfarin ogni anno; hazard ratio [HR] 0,79; intervallo di confidenza [CI] 97,5%: 0,63; 0,99; p < 0,001) e superiore sicurezza, riducendo significativamente i sanguinamenti maggiori (rispettivamente 2,75% vs. 3,43% ogni anno; HR 0,80; CI 95%: 0,71; 0,91; p < 0,001), in un’ampia popolazione di pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare.
Lo studio Hokusai-VTE, ha dimostrato che Edoxaban riduce efficacemente le recidive sintomatiche di tromboembolismo venoso, inclusi il rischio di trombosi venosa profonda e di embolia polmonare fatale e non fatale, in un’ampia popolazione di pazienti (3,2% con Edoxaban 60 mg rispetto al 3,5% di pazienti con warfarin; HR 0,89; CI 95%: 0,70; 1,13; p < 0,001). Edoxaban mostra anche una significativa riduzione del 19% di sanguinamenti clinicamente rilevanti rispetto al warfarin in pazienti affetti da tromboembolismo venoso (rispettivamente 8,5% vs. 10,3% dei pazienti; HR 0,81; CI 95%: 0,71; 0,94; p = 0,004).
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Studio ENSURE-AF (EdoxabaN vs. warfarin in subjectS UndeRgoing cardiovErsion of Atrial Fibrillation)
Am Heart J. 2015 May;169(5):597-604.e5. doi: 10.1016/j.ahj.2015.02.009. Epub 2015 Feb 21.
Questo trial prospettico, randomizzato, in aperto, con valutazione in cieco degli end point, a gruppi paralleli, ha arruolato 2.199 pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare (e sottoposti a cardioversione presso 239 centri clinici in Europa e America settentrionale. Scopo del trial è stato valutare l’efficacia e la sicurezza di edoxaban in unica somministrazione giornaliera rispetto al trattamento enoxaparina/warfarin. I pazienti sono stati stratificati in base all’approccio usato per la cardioversione (con o senza eco-transesofageo), alla presenza o assenza di terapia anticoagulante al momento della randomizzazione, e al dosaggio di edoxaban (60 mg o dose ridotta da 30 mg, entrambe in monosomministrazione giornaliera). Per l’end point composito primario di efficacia (ictus, eventi embolici sistemici, infarto del miocardio e mortalità cardiovascolare), edoxaban ha dimostrato un’incidenza simile rispetto a enoxaparina/warfarin (0,5% vs. 1,0% rispettivamente) (odds ratio [OR], 0,46; confidence interval (CI) al 95%, da 0,12 a 1,43). La principale differenza tra i gruppi di trattamento è stata determinata dalla mortalità cardiovascolare, con un evento nel gruppo edoxaban e cinque eventi nel gruppo enoxaparina/warfarin (0,1% vs. 0,5%, rispettivamente).
Il trial, pur non essendo sufficientemente potente per evidenziare differenze statisticamente significative per quanto riguarda gli end point di efficacia o sicurezza, ha comunque fornito ulteriori informazioni sull’uso di edoxaban nella cardioversione elettrica della FANV.