Con questa diagnosi si definisce un quadro cinico caratterizzato da dolore prevalentemente in forma di scarica improvvisa nel territorio di una o più branche periferiche del nervo trigemino in assenza di segni clinici di deficit sensitivo e motorio. In genere il dolore a scarica viene generato da uno stimolo tattile come lo sfioramento cutaneo, del freddo o dal movimento mandibolare. In genere il dolore interessa una o due branche trigeminali e la più frequentemente coinvolta è la seconda.
I criteri diagnostici della nevralgia essenziale sono proprio la presenza di un trigger e l’assenza di deficit sensitivi. Con il passare del tempo al dolore a scarica tipico si associa un dolore di fondo continuo e spontaneo. È interessante sottolineare che lo sfioramento cutaneo genera un dolore a scarica nei tessuti profondi come le arcate dentali e non a livello cutaneo. Questo aspetto clinico sottolinea la possibile origine fisiopatologica che non è correlabile ad una sensibilizzazione dei neuroni centrali ma ad un fenomeno che prende il nome di “efapsi”. Lo stimolo tattile quando arriva a livello del ponte lungo le fibre Abeta trova un tratto de demielinizzazione e uno stretto collegamento con fibre Adelta. L’impulso cambia percorso e da tattile si trasforma in scarica di dolore. Alla base della patologia vi è dunque una demielinizzazione nel punto in cui il nervo entra nel tronco encefalico. Tra le cause della nevralgia trigeminale trova molto credito il “conflitto” tra il tronco retrogasseriano e una arteria cerebellare. Per questo motivo uno dei trattamenti proposti è l’intervento neurochirurgico di separazione tra le sue strutture in fossa cranica posteriore. Va sottolineato che la nevralgia essenziale è presente anche in pazienti dove non è evidenziabile un conflitto.
La valutazione delle sensibilità cutanee permette la distinzione tra nevralgia essenziale del trigemino e neuropatia trigeminale dove è presente una lesione delle fibre di una o più branche, del ganglio di Gasser o dello stesso tronco nervoso retrogasseriano. Nella neuropatia trigeminale sono presenti i segni neurologici di deficit delle sensibilità legati al danno delle fibre.
LA TERAPIA
La terapia è prevalentemente farmacologica e si basa sui farmaci antiepilettici come la Carbamazepina (200 mg ogni otto ore) o l’Oxcarbazepina (300 mg ogni 12 ore). Questi farmaci possono perdere efficacia nel tempo nonostante il progressivo aumento delle dosi. Come terapia in caso di insuccesso vi sono le tecniche di neuromodulazione dei rami periferici (radiofrequenza pulsata), di neuromodulazione a livello del ganglio di Gasser (neuromodulazione continua retrogasseriana e la neuromodulazione del tronco mediante gamma-Knife). Come abbiamo accennato, in presenza di evidente conflitto neuro-vascolare, è indicato l’intervento neurochirurgico.
