INTERVENTO PRECOCE NEI DISTURBI DELL’UDITO E NELL’INVECCHIAMENTO: si può parlare di prevenzione del decadimento cognitivo?
Fondazione Giovanni Lorenzini
Hotel Sheraton Padova (Corso Argentina 5 – 35129 Padova)
Sabato 06 giugno 2015
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L’epidemiologia del decadimento cognitivo ha messo in evidenza negli ultimi tempi, sia alla classe medica sia ai responsabili della gestione della salute, il progressivo aumento del numero dei pazienti con demenza e quindi indirettamente il progressivo carico che detti pazienti hanno sulla famiglia e sulla società. La malattia di Alzheimer costituisce una parte importante delle patologie da demenza, e per molti anni è stato attribuito a tale patologia un riferimento epidemiologico (proprio di altre nazioni ricomputato per la popolazione residente in Italia) di circa 500.000 pazienti. In realtà gli esperti ritengono che in Italia il numero raggiunga e superi oggi gli 800.000 soggetti.
Il peso di dette patologie si innesta in modo grave non solo sull’impronta diagnostica, sempre tardiva, e sulla esigenza terapeutica sempre mancante, ma anche sulle condizioni di assistenza che ricadono sulle famiglie.
Il peso della demenza in Europa è stimato essere responsabile dell’11,2% della disabilità totale della popolazione sopra i 60 anni, in comparazione del 9,5% per lo stroke, il 5,0% per le malattie cardiovascolari, e il 2,4% per il cancro. Il costo della demenza nel mondo supera i 600 miliardi di dollari, che corrispondono al PIL di Polonia o di Arabia Saudita.
In questa prospettiva appare sempre più necessario l’impegno nei vari paesi di potere operare non solo per ridurre il peso di questa patologia sulla persona e sulle famiglie, ma anche di poter aumentare gli studi per meglio conoscere lo sviluppo e l’espansione di questa patologia e individuare il supporto medico e tecnologico che possa aiutare a intervenire in modo utile.
Da un certo tempo, anche in Italia sono in sviluppo programmi di studio sul collegamento tra perdita di udito e lo sviluppo di alterazioni cerebrali che conducono alla demenza. Su questo versante sono in atto lavori di valutazione che verificano il collegamento tra riduzione di udito anche iniziale nell’età adulta e comparsa a distanza di tempo di modificazioni funzionali cerebrali che possano condurre alla demenza e quindi anche alla malattia di Alzheimer.
Su questa tematica si svolge l’incontro del 6 giugno a Padova, proprio con lo scopo di mettere a confronto le conoscenze degli esperti dell’udito, gli esperti della demenza e i medici di medicina generale: questi ultimi fra i primi che possano individuare fra i loro assistiti la perdita di udito e anticipare gli studi e le analisi su questi soggetti per la eventuale comparsa a distanza di tempo dei problemi legati alla demenza.
In questi percorsi di studio è decisamente importante, fra l’altro, cogliere quali sono i collegamenti e gli impegni della medicina e della gestione della salute nel Veneto.
L’evento è stato accreditato ECM (codice 211-129486) da MEET AND WORK S.r.l. (provider n° 211) per 250 partecipanti, ed ha ottenuto n. 2 crediti formativi per le seguenti figure professionali:
– Medico chirurgo con disciplina di Neurologia, Psichiatria, Neurochirurgia, Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria, Neurofi siopatologia, Medicina Generale (medici di famiglia)
– Logopedista
– Tecnico Audiometrista
– Tecnico Audioprotesista
La partecipazione al convegno è gratuita.
Si richiede l’iscrizione on-line sul sito www.meetandwork.it al pulsante “Calendario eventi”. Selezionare l’evento e seguire le istruzioni.
Si accetteranno le iscrizioni sino ad esaurimento dei posti disponibili, si consiglia perciò di effettuare l’iscrizione con buon anticipo. Al termine dei lavori verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.
Per informazioni:
Segreteria Organizzativa e Provider ECM
Tel. +39 049 860 1818 – Fax +39 049 860 2389
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