Gestione del trattamento farmacologico (aVK e NOAC) nei pazienti affetti da Fibrillazione Atriale Non Valvolare: criticità ed ostacoli. L’esperienza in un campione di MMG singoli e in medicina di gruppo integrata di Padova e provincia
CROWNE PLAZA Padova
sabato 17 giugno 2017
[button link=”http://svemg.celeroecm.it/Svemg/listEvento.public” size=”medium” style=”tick” color=”purple”]L’applicazione del PDTA regionale sul Trattamento Anticoagulante Orale della Fibrillazione Atriale Non Valvolare (FANV) nelle medicine di gruppo integrate (MGI) avviene in un momento delicato di transizione organizzativa che rivoluziona l’assetto della Medicina di Famiglia nelle Cure Primarie.
Analizzarne le criticità, attraverso un’indagine conoscitiva, e valutare il reale stato di applicazione del PDTA è una esigenza primaria per una efficace presa in carico dei pazienti affetti da FA non valvolare che necessitano di un trattamento anticoagulante.
La prevalenza della FA nel Veneto sfiora il 3% (ma negli ultrasettantacinquenni arriva al 15%) e questi pazienti sono spesso comorbidi con un elevato grado di complessità assistenziale (in circa la metà l’indice di Charlson è >4). In questi pazienti il rischio di sviluppare un’insufficienza cardiaca è 5 volte maggiore rispetto alle persone senza FA.
La quasi totalità dei pazienti trattati con con farmaci anti vitamina K (aVK) è in carico ai Medici di Medicina Generale. I dati del network “MilleinRete SIMG Veneto” descrivono una media di quasi 30 contatti/anno per ciascuno di questi pazienti a fronte di una media di 8 per chi non è affetto da FANV.