A livello vascolare esiste un delicato equilibrio tra produzione di tromboxano da parte delle piastrine e produzione della prostaciclina da parte dell’endotelio. Il tromboxano è pro-aggregante e vasocostrittorio, la prostaciclina è antiaggregante e vasodilatatoria. Tale equilibrio è perturbato nel soggetto con aterosclerosi perché le piastrine producono maggior quantità di tromboxano che comunque viene compensata da una maggiore produzione di prostaciclina da parte delle cellule endioteliali che rivestono la placca. L’uso di ASA a basso dosaggio, inibendo in maniera irreversibile la COX-1 piastrinica con trascurabili effetti a livello endoteliale, ridurrebbe la produzione di tromboxano, mettendo il soggetto in una condizione di equilibrio più stabile. Viceversa, l’inibizione della prostaciclina endoteliale farebbe precipitare la situazione, innescando un evento trombo-embolico. La prostaciclina è prodotta dalle COX-1 e COX-2 endoteliali. Entrambe hanno probabilmente un ruolo importante, ma quello che conosciamo maggiormente è il ruolo della COX-2, perché la sua inibizione prolungata da parte dei COXIB, quindi sostanzialmente risparmiando la COX-1, è alla base dei primi dati sull’aumentato rischio cardio-vascolare da FANS.
È opportuno sottolineare che è in generale l’inibizione della COX-2 a costituire il problema e poiché tutti i FANS inibiscono la COX-2, tutti FANS aumentano il rischio cardiovascolare.