Quando sono indicate le tecniche di blocco e le procedure antalgiche mininvasive? Sicuramente quando le terapie farmacologiche non sono in grado di controllare il dolore o sono responsabili di effetti collaterali insopportabili. Va però sottolineato che in alcuni casi sono molto efficaci, e precocemente indicate. In altri rappresentano l’unica soluzione possibile.
L’impiego delle tecniche antalgiche mininvasive deve seguire appropriati percorsi di diagnosi, di terapia e di gestione considerando sempre il rapporto tra minore invasività e maggiore beneficio per il paziente non dimenticando che alcune di queste tecniche richiedono una stretta collaborazione tra medico e paziente per il continuo monitoraggio nel tempo.
Possiamo distinguerle in due gruppi in base al loro meccanismo d’azione sul sistema nocicettivo somato-sensoriale e sulle modificazioni fisiopatologiche che si sono sviluppate al suo interno.
Se consideriamo le lesioni dei tessuti ed i processi infiammatori responsabili della ipereccitabilità dei terminali nocicettivi, gli interventi mininvasivi possono interferire con i processi infiammatori e direttamente con le lesioni responsabili. Nelle lesioni che interessano le vie somato-sensoriali gli interventi mininvasivi possono agire sui fattori di stimolazione dei siti ectopici, sulle condizioni di ipereccitabilità dei neuroni gangliari e spinali, sulla conduzione degli impulsi lungo le vie spinali ascendenti.
