NEUROLISI DELLA CATENA SIMPATICA TORACO-LOMBARE

L’intervento di neurolisi chimica della catena simpatica è stato in passato ampiamente utilizzato per il trattamento del cosiddetto “sympathetically maintained pain”, nelle algodistrofie e causalgie (altrimenti definite Complex Regional Pain Syndromes di tipo I e II). Man mano che gli studi di fisiopatologia hanno sempre più considerato secondario il ruolo dell’azione del sistema nervoso autonomo efferente in queste sindromi dolorose e hanno evidenziato la possibilità di una condizione di ipersensibilità dei recettori adrenergici tissutali alla denervazione simpatica, le indicazioni alle neurolisi sono state limitate al controllo del dolore viscerale neoplastico e del dolore ischemico degli arti. Nel primo caso la neurolisi interrompe le afferenze nocicettive di origine viscerale mentre nel secondo caso interrompe la liberazione periferica di catecolamine favorendo la perfusione, riducendo la vasocostrizione periferica e l’apertura degli shunt arterovenosi.

Indicazioni: interruzione delle afferenze sensitive viscerali, interruzione delle vie efferenti adrenergiche (ortosimpatico).
Setting di cura: la procedura deve essere eseguita in sala operatoria o in sala di radiologia attrezzata. Richiede controllo fluoroscopico. Si esegue in anestesia locale con eventuale sedazione.
Applicazioni cliniche in letteratura: (i) neurolisi del celiaco o dei nervi splancnici per le patologie neoplastiche viscerali (pancreas in particolare); (ii) neurolisi della catena simpatica lombare per le arteriopatie ostruttive e vasculopatie omolaterali degli arti inferiori; (iii) neurolisi del plesso ipogastrico superiore e del ganglio impari nelle patologie neoplastiche pelviche.
Controindicazioni: diatesi emorragiche, infezioni locali.
Complicanze possibili: danni alle vie nervose somatiche, ematomi paravertebrali e nello psoas, iniezione intraspinale.

ASPETTI PARTICOLARI RELATIVI ALLA TECNICA

Diffusione del contrasto nella neurolisi chimica dei gangli lombari