COME DIAGNOSTICARE E TRATTARE IL PAZIENTE CON DEPRESSIONE: IMPARARE DAL LAVORO DI GRUPPO SU CASI CLINICI.
Hotel CROWNE PLAZA, Padova – Sabato 23 aprile 2024 dalle 09.30 alle 13.00
PREMESSA
La depressione maggiore è una patologia invalidante, che ha un pesante impatto sulla qualità di vita dei pazienti e sui costi sociosanitari, diretti e indiretti, come perdita di ore di lavoro, disabilità, invalidità. Povertà, insicurezza sociale, basso reddito, bassa istruzione, solitudine, sono determinanti sociali che aumentano il rischio di sviluppare depressione. Un aspetto particolare, esploso con la pandemia da Covid-19, è il consistente aumento dei disturbi depressivi (ne soffre uno su quattro) e di ansia (uno su 5) negli adolescenti. Questi dati impongono, prima di tutto al medico di famiglia, di saper intercettare e trattare adeguatamente la depressione nei giovani.
Dati sulla effettiva prevalenza della depressione maggiore variano secondo le diverse fonti: in Europa, secondo l’OMS è 4,2%; in uno studio pubblicato su Lancet Public Health (2021) è 6,4% con notevoli differenze tra paese e paese. I paesi con la più alta prevalenza sono l’Islanda (10,3% della popolazione), il Lussemburgo (9,7%), la Germania (9,2%) e il Portogallo (9,2%). Quelli con i tassi più bassi sono la Repubblica Ceca (2,6%), la Slovacchia (2,6%), la Lituania (3%) e la Croazia (3,2%). In Italia la prevalenza oscilla dal 3 al 5% circa, quasi doppia nelle donne rispetto agli uomini. Aumenta con l’aumentare dell’età e in rapporto alla presenza di comorbidità. I dati di Health Search (Istituto di Ricerca della SIMG) danno una prevalenza, nel 2020. del 5%. La prevalenza cruda della patologia documentata nel “Report MilleinRete 2023” è del 3,95% con netta distribuzione femminile del 69%. Si può quindi estrapolare che ogni MMG abbia, mediamente tra i suoi assistiti, una sessantina di pazienti con depressione.
La depressione maggiore è associata ad elevata mortalità sia per aumentato rischio di suicidio che di sviluppare patologie come diabete mellito, obesità, disturbi cardiovascolari (ipertensione, ictus), cancro, disturbi cognitivi e morbo di Alzheimer, abuso e dipendenza da alcol e/o sostanze. La risposta alla terapia farmacologica varia molto da paziente a paziente, in base alla tollerabilità del farmaco, alla frequenza della sua assunzione, alla eventuale incompatibilità con altre terapie, e alla resistenza al trattamento (una percentuale che arriva al 30% ed oltre per i trattamenti standard). L’associazione con la psicoterapia, e altre tipologie di intervento non farmacologico, favoriscono migliori risultati. Attraverso la condivisione di casi clinici, saper riconoscere e diagnosticare la depressione maggiore secondo i criteri diagnostici del DSM-5; gestire la presa in carico e il trattamento farmacologico personalizzato sulla base del profilo clinico e dei determinanti sociali del singolo paziente.
L’incontro ha lo scopo di approfondire assieme ai tre specialisti coinvolti, attraverso la discussione su casi clinici specifici, la diagnosi e i criteri per la scelta del trattamento terapeutico, le indicazioni delle diverse molecole e il profilo farmacologico.